Il Vangelo con
gli occhi di Santa Teresa


E' soprattutto il Vangelo che mi intrattiene durante le orazioni,
in esso trovo tutto ciò che è necessario alla mia povera piccola anima.
Vi scopro sempre nuove luci, significati nascosti e misteriosi.



Quarta Domenica di Avvento

Mt 1, 18-24
So fare silenzio dentro di me per ascoltare la voce di Dio e comprendere la Sua Volontà?

Signore, insegnaci a discernere la Tua volontà!

Siamo ormai in prossimità della solennità del Natale. La liturgia ci aiuta ad entrare sempre di più nel grande mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio. Il Vangelo di questa quarta domenica di Avvento ci invita ad osservare con attenzione le persone di Maria e Giuseppe. Pur raccontando la scena, l’Evangelista Matteo non ci riporta le loro parole. Siamo chiamati a scoprire la narrazione con gli occhi della fede.

Santa Teresa ci aiuta a contemplare Giuseppe e Maria, ella ammira il silenzio di entrambi. Ella immagina lo sconvolgimento interiore di Giuseppe davanti al mistero della maternità di Maria. La Vergine resta in silenzio, lasciando che sia il Signore stesso ad intervenire. Santa Teresa è affascinata dallo spirito di abbandono di Maria e comprende che quel silenzio abitato è davvero il segno di una fiducia totale in Dio e ci rivela la “grandezza” dell’anima della Vergine “che non attende soccorso che dal Cielo”.
Tale atteggiamento ci interpella!

Quando i progetti di Dio vengono a “scombinare” o "cambiare" apparentemente i nostri, siamo spesso pronti a ribellarci e rivendicare il nostro diritto a decidere della nostra vita, ad essere felici secondo i nostri desideri e i nostri modi di vedere. Viviamo una reale difficoltà a lasciare le nostre idee, le nostre convinzioni e fidarci di Lui. Eppure il Signore è Colui che ci ha creati per amore. Egli non desidera altro che la nostra felicità e la nostra salvezza, il nostro bene. Talvolta, però, la mentalità del mondo ci trasmette delle idee completamente sbagliate e noi rischiamo di lasciarci influenzare anche nel nostro modo di pensare e di vivere la nostra fede e la nostra relazione con Dio. Siamo spinti a credere che Dio voglia impedirci di essere felici, imporci la Sua volontà, farci soffrire, come l’antico serpente ha suggerito ad Adamo ed Eva, ma questa non è la verità.

Santa Teresa, la Vergine Maria, San Giuseppe, i santi, ci insegnano con le loro esistenze pienamente offerte al Signore, che Egli ha realizzato e colmato al centuplo il loro desiderio di avere una vita bella, buona e feconda. È così che il Signore fa con noi. Talvolta, Egli invia degli “angeli” sul nostro cammino, così come è avvenuto per san Giuseppe, oppure delle persone che ci aiutino a discernere la Sua volontà e ci insegnino ad aprire il cuore per abbracciarla e realizzarla fino in fondo.

Come è avvenuto per Maria e per Giuseppe, il silenzio ci permetterà di fare questo discernimento. Dopo che avremo ascoltato e meditato la Parola, il silenzio sarà come una “cassa di risonanza” che servirà allo Spirito Santo per disporre i nostri cuori ad armonizzarsi con la Sua divina volontà. Allora, anche noi, insieme a Lui e grazie a Lui, faremo cose meravigliose nelle nostre vite!

"Quando il buon San Giuseppe ignora il miracolo che tu vorresti nascondere nella tua umiltà (O Maria), tu lo lasci piangere accanto al Tabernacolo che vela la divina bellezza del Salvatore! ... Oh! Come amo, Maria, il tuo eloquente silenzio, per me è un concerto dolce e melodioso che mi parla della grandezza e dell'onnipotenza di un'anima che non attende il suo soccorso che dal Cielo..."
Poesia 54,8


Terza Domenica di Avvento

Mt 11,2-11
Come mi prendo cura della missione che il Signore mi ha affidato come se fosse un tesoro prezioso?

Signore, insegnaci a gioire per la Tua venuta!

La missione di San Giovanni Battista, in quanto profeta, è delicatissima. È quella di annunciare la imminente del Messia. Essa richiede, da parte sua, una grande fiducia in Dio e, allo stesso tempo, una capacità di abbandonarsi totalmente a Lui.

Il precursore di Gesù ha ricevuto questa missione da Dio come un “tesoro” che gli è stato affidato, ma che non gli appartiene. San Giovanni Battista e Santa Teresa di Lisieux ci aiutano ad entrare ancora di più nell’attesa che è propria del tempo di Avvento. Essi vivono la loro fede in una grande e profonda umiltà, non si appropriano di quanto Dio ha loro affidato e nemmeno dei doni che Egli ha fatto loro. Si preoccupano di mantenersi piccoli davanti a Dio e di restare sempre aperti a quanto Egli vorrà operare nelle loro vite e, attraverso di loro, nelle vite di tanti altri.

Leggendo e meditando il Vangelo di oggi nella nostra preghiera, possiamo scorgervi i segni della gioia che prova Giovanni, quando riceve la conferma da parte di Gesù che è proprio Lui il Messia atteso. In questi versetti traspare anche la gioia di Gesù, il Figlio di Dio, che è venuto a portare la salvezza per tutti gli uomini. Davanti all’opera che il Signore compie nelle nostre vite, al di là dei nostri meriti e delle nostre attese, noi restiamo stupiti e dobbiamo ringraziarlo ad ogni istante, per questo dono inestimabile.

Siamo chiamati a vivere pienamente la gioia in questa terza domenica del Tempo di Avvento. La liturgia non ha smesso di ricordarci che dobbiamo essere vigilanti, fin dall’inizio dell’Avvento. Ora, alla vigilanza si aggiunge la gioia. Essa nasce dalla nostra presa di consapevolezza della presenza e dell’azione di Dio nella storia di ogni uomo e di ogni donna, così come nella nostra storia. Come dice Santa Teresa: “Mi rallegri, Signore, con le tue meraviglie …”. L’agire di Dio va sempre al di là di quello che possiamo pensare o immaginare.

Se nel brano del Vangelo di domenica scorsa Giovanni il Battista ci invitava a preparare la via del Signore, oggi il Vangelo ci rivela che il Signore non resta indifferente davanti ai nostri tentativi, spesso un po' maldestri, di preparare il nostro cuore. È Lui stesso che agisce nelle nostre vite. È Lui che ci viene incontro, prima ancora che noi ci mettiamo in cammino verso di Lui.

La “piccola via” del Vangelo, sulla quale Santa Teresa ci invita e ci insegna a camminare, ha come scopo di aprirci le porte del Cielo. Allora, rallegriamoci, mentre camminiamo, passo dopo passo, perché il Signore ci viene incontro sulla strada. Fin d’ora Egli ci permette di sperimentare la gioia di appartenere a Lui e di percorrere insieme questo cammino di luce, di gioia e di salvezza.

"Essere piccolo, vuol dire anche non attribuirsi affatto
le virtù che si praticano, credendosi capaci di qualcosa, ma riconoscere che il buon Dio pone questo tesoro nella mano
del suo piccolo bambino perché se ne serva quando
ne ha bisogno; ma il tesoro è sempre del buon Dio".

Ultimi colloqui 6.8.8

"Mi rallegri, o Signore, con le tue meraviglie!
Mi dà immensa gioia al cuore tutto quello che Tu compi!"


Seconda domenica di Avvento
Anno A

Mt 3,1-12
Desidero impegnarmi in un cammino di conversione, confidando che Dio verrà in mio aiuto?

Signore, converti il nostro cuore a Te!

San Giovanni il Battista ha un ruolo centrale nei testi della liturgia di questa seconda domenica di Avvento. Attraverso la sua parola e la sua testimonianza di vita, Egli invitava alla conversione quanti si avvicinavano a lui per ricevere il battesimo. Giovanni, infatti, utilizzava un discorso chiaro e deciso per provocare in ciascuno dei suoi ascoltatori una conversione, un cambiamento radicale di vita. Questo invito alla conversione è più che mai urgente, oggi, per ciascuno di noi.

Siamo invitati a “preparare la strada”, come dice Giovanni il Battista, affinché il Signore possa "raggiungerci", toccarci il cuore ed operare quella guarigione interiore, che ci permetta di accogliere la Sua presenza e la Sua Grazia senza opporvi ostacoli. Paradossalmente Dio, che è Padre onnipotente, ha voluto crearci liberi e mettere nelle nostre mani la possibilità di accogliere o rifiutare il Suo amore e la Sua salvezza.

La libertà che Egli ci dona ci permette di essere protagonisti delle nostre scelte, che devono essere guidate dalla fede e dall’amore. Tale libertà, inoltre, se è aperta all'azione di Dio, è anche sostenuta dalla Sua Grazia.

Santa Teresa porta in sé il desiderio costante di accogliere l’Amore di Dio nella sua vita, di fare la Sua volontà e di vivere alla Sua presenza già su questa terra e in vista dell’eternità. Tuttavia, ella si sente sempre piccola e bisognosa dell’aiuto di Dio, in ogni istante, nel suo cammino di fede. La forza di Teresina è la fiducia. Davanti alle parole di San Giovanni il Battista, che parlano del “giudizio di Dio” e dell’“ira imminente”, ella non si sofferma sul sentimento di paura che naturalmente potrebbe nascere nell’animo, ma fa un passo in più.

Santa Teresa non ha affatto paura della giustizia di Dio, al contrario, ella sa che la Sua giustizia va di pari passo con la Sua misericordia. Egli ricompenserà ogni intenzione di bene da parte dei suoi figli, anche la più piccola. Dio ci conosce in profondità e legge nel segreto dei nostri cuori. Egli ha compassione di noi e ci guarda con una tenerezza infinita, che non è umana e che non ha limiti.

Santa Teresa è attratta da questo amore incondizionato che corre il rischio di lasciarsi “ferire” dalle nostre mancanze di amore e di fiducia. Ella si offre interamente a Lui senza ripiegamenti su se stessa. Il Signore non viene mai meno alle sue promesse. Egli non cessa di offrirci tutte le occasioni possibili ed immaginabili che ci permetteranno di convertirci a Lui ed accoglierlo nella nostra vita. Egli non ci fa mancare la Sua grazia, che trasformerà il nostro cuore, nella misura in cui ci renderemo aperti e disponibili alla Sua azione piena d’amore.

Il lavoro di conversione resta una sfida costante per noi; dobbiamo, innanzitutto, desiderarla, domandarla nella preghiera! Come ci insegna la nostra Maestra spirituale, questo lavoro parte dal desiderio e dall’impegno nel compiere tanti piccoli atti di fiducia e di abbandono, ogni giorno. In questo Tempo di grazia dell’ Avvento, domandiamo allo Spirito che Egli operi in noi, attraverso l’intercessione di Maria, nostra Madre, e ci insegni ad accogliere nelle nostre vite il Regno di Dio che viene.

"So che è necessario essere completamente puri per comparire dinanzi al Dio di ogni Santità, ma so anche che il Signore è infinitamente Giusto, ed è questa giustizia, che
spaventa tante anime, a costituire il motivo della mia gioia e della mia fiducia. Essere giusto (...) vuol dire anche riconoscere le intenzioni rette e ricompensare la virtù.
Io spero tanto dalla giustizia di Dio quanto dalla sua misericordia".

Lettera 226

Prima Domenica di Avvento
Anno A

Lc 24,37-44
Quali cambiamenti intendo fare nella mia vita per prepararmi alla venuta del Signore?

Maranathà, vieni, Signore Gesù!

La liturgia di questa domenica introduce nel Tempo di Avvento. L’altare e l’ambone si vestono del colore viola. La corona con le quattro candele, segnerà il nostro cammino spirituale: ogni domenica che precede il Natale sarà rappresentata da una candela. Cominciamo a preparare il presepe … Tutti questi segni hanno come obiettivo di attirare la nostra attenzione sull’attesa del Signore che viene. L’Avvento è un tempo di grazia, che siamo chiamati a cogliere come un’occasione per risvegliare o intensificare la nostra vigilanza e la nostra preghiera.

Il Vangelo di oggi ci invita a stare pronti per la venuta del Signore! L’analogia del ladro che viene a scassinarci la casa, che l’evangelista Luca utilizza per parlare della venuta del Signore, può sembrare un po' destabilizzante. Tuttavia, possiamo accoglierla come una provocazione per noi. Il Signore può venire in qualunque momento, cogliendoci alla sprovvista, proprio come fa un ladro e, purtroppo, Egli può trovarci impreparati alla Sua venuta.

Quando sopraggiunge una malattia o la morte di una persona cara, quando qualcosa di inatteso e imprevisto arriva nella nostra quotidianità, abbiamo subito la percezione che il Signore venga a “rubarci” qualcosa che ci appartiene, anche se si tratta della nostra stessa vita. Secondo le nostre disposizioni interiori, la nostra conoscenza sbagliata di chi è Dio e di come Egli agisce, Egli è percepito da noi come un ladro e nutriamo verso di Lui sentimenti di rifiuto, di avversione, di paura, di angoscia!

Se, invece, noi agiamo in quanto discepoli di Cristo, lasciandoci trasformare interiormente da un cammino autentico, che nasce dall’esperienza del Suo amore, nutrendoci di una preghiera costante e restando sempre aperti alla Grazia di Dio, possiamo fare dei passi da gigante, nella nostra vita di fede. Il Signore, allora, diventerà per noi “qualcuno che amiamo tanto”, come dice Santa Teresa alle sue Sorelle, negli ultimi mesi della sua vita.

Esse le chiedevano se avesse paura della venuta del Signore, della morte, ma Ella non ne aveva affatto, anzi attendeva quel momento con una grande impazienza e con una grande gioia! Nemmeno noi dobbiamo avere paura di Dio se, come santa Teresa, la Vergine Maria e i Santi, ci sforziamo di amarLo, discernere la Sua volontà, seguirla e fare di tutto questo la nostra gioia.

Il nostro cuore deve dilatarsi al pensiero della venuta del Signore Gesù. L’Avvento ci insegna lo stile di vita che dobbiamo adottare e che è proprio di ogni cristiano: l’attesa vigilante e piena d’amore verso Colui che non cessa mai di offrirci la Sua misericordia, l’accoglienza della volontà di Dio per noi. Prepariamoci con gioia a ricevere il Signore nella nostra vita e teniamoci pronti ad accogliere la novità che Egli desidera portare in ciascuno di noi affinché cresciamo nella fede, nella speranza e nell’amore.
Invochiamolo: “Maranathà, vieni, Signore Gesù!”.

"Ma che dice mai, mia piccola Madre!
Se ho paura del Ladro! Come vuole che abbia paura di qualcuno che amo tanto?!"


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